Arancione scuro? Anche no.

Da oggi la Città Metropolitana di Bologna entra in zona arancione scuro, la quale prevede la chiusura delle scuole al fine di scongiurare il ritorno in zona rossa.

Una misura ipocrita che ben rappresenta i veri interessi della classe politica, di centrosinistra e centrodestra, che governa la Regione e l’Italia. In una fase in cui non sono mai stati fermati interi settori come la logistica, in cui numerose aziende non rispettano le norme di sicurezza, in cui il piano vaccinale stenta a procedere a causa dei ricatti delle multinazionali del vaccino e dei tagli alla sanità operati negli ultimi 10 anni, il problema per certi dirigenti pare essere la scuola.

Venerdì eravamo in piazza con il movimento Priorità alla Scuola, a cui aderiscono moltissimi semplici cittadini insieme a realtà sindacali e politiche di Bologna, per dire NO alla chiusura delle scuole. Le famiglie hanno toccato con mano quello che come giovani denunciamo da mesi: un aumento dei disagi psicofisici dovuti alla didattica a distanza, la scarsa rendita dovuta a tale modalità, l’isolamento patito soprattutto dai ragazzi più giovani, gli ostacoli economici al suo accesso.

Alla luce anche dei recenti provvedimenti del TAR Emilia-Romagna, che ha ben motivato come non vi siano elementi utili a giustificare la chiusura delle scuole con l’emergenza sanitaria, ribadiamo la nostra contrarietà alla chiusura delle stesse e chiediamo:
-Maggiori investimenti nell’edilizia scolastica, al fine di garantire un numero sufficiente di aule per gli studenti, per evitare classi pollaio;
-Sblocco delle assunzioni dei precari nella scuola;
-Risposte certe e sicure sulle modalità con cui si svolgeranno gli esami di maturità 2021;
-Una revisione dei programmi scolastici alla luce delle difficoltà di completamento dovute alla pandemia;
-L’attuazione da parte delle Regioni di quanto previsto dalla normativa del servizio sanitario nazionale in materia di medicina scolastica.

PRC Bologna – Circolo Scuola Università

Giovani Comunisti/e Bologna