Appello contro l’emergenza casa per studentesse e studenti

Singole, doppie, settimana corta, settimana lunga, affitti a breve termine e annuali: di annunci ne sono piene le bacheche dell’università, i muri della città e soprattutto il web.

Ma la regolarità non è da dare per scontata, anzi: fra le situazioni più tipiche certamente i subaffitti (con l’impossibilità di prendere la residenza presso l’appartamento nel quale di fatto si vive) e le firme su contratti non registrati e quindi nulli.

La ricerca dell’affitto è oggi l’attività prevalente dello studente fuori sede nella città più progressista di Europa.

Le stesse richieste di borse di studio essendo subordinate alla stipula di un contratto di locazione, determinano nei fatti la messa in discussione del diritto allo studio.

Bologna e le sedi universitarie più importanti sono oggetto di una nuova tendenza di mercato: la privatizzazione dell’edilizia per gli studenti. Camplus, Social Hub e Beyoo Laude Living sono gli attori che gestiscono le residenze di lusso per studenti, con un prezzo medio di 800 euro/stanza, producendo un duplice effetto negativo drogando verso l’alto i prezzi di mercato già compromessi dal fenomeno bed and breakfast, e dall’altro favorendo processi di gentrificazioni come nel caso della Bolognina già interessato da fenomeni di social housing e dal programmato insediamento del “Museo della casa popolare”.

Inoltre, con la fine del blocco degli sfratti, anche su Bologna si è abbattuta l’ondata degli sfratti in una situazione già di grave disagio legata alla precarietà della situazione lavorativa ed alla perdita di posti di lavoro che possiamo riassumere nello slogan PERDI IL LAVORO PERDI LA CASA. Infatti la morosità incolpevole è responsabile del 70% degli sfratti, a dimostrazione dell’incompatibilità degli affitti privati  con i redditi percepiti da centinaia di migliaia di nuclei familiari, a fronte di questa situazione sulla questione CASA il Governo nella sua prima legge di bilancio ha azzerato i fondi contributo affitto e morosità incolpevole, ovvero gli unici, seppur insufficienti , ammortizzatori sociali nel settore abitativo, dimostrando l’assoluta mancanza della sola percezione della questione abitativa.

Siamo in un contesto di emergenza abitativa e crediamo che debbano definiti progetti, tempi e modalità di un piano dell’abitare e che comunque veda nell’immediato:

  1. un censimento del patrimonio abitativo pubblico inutilizzato e degradato in attesa di interventi di riqualificazione da parte di Acer ed Asp, e per quest’ultima è da rilevare come parte degli alloggi oggi contrattualizzati versino in condizioni manutentive degradate;
  2. è necessario un piano per la costruzione di studentati e alloggi di edilizia residenziale pubblica a canone sociale, senza consumo di suolo e senza cementificazione selvaggia, con recupero e riuso a fini abitativi del patrimonio immobiliare pubblico e privato causa di degrado nelle città;
  3. misure straordinarie del Comune per garantire il diritto all’abitare, ad esempio procedendo al sequestro degli immobili sfitti;
  4. un maggior intervento della Regione sugli affitti, mediante un potenziamento del contributo pubblico agli affitti.
 
 

Circolo PRC Scuola e Università “Mario Rovinetti”

Giovani Comuniste/i Bologna